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18 Luglio 2018
DIARIO DI VIAGGIO
Salve
Popolo di Hakuna Matata!
Ci
sono versetti della Sacra Scrittura sui quali hai poco da meditare,
forse perché rievocano immagini di tempi passati. Quando poi ti
trovi a passare nei pressi di un campo di riso dove sono rimasti
cataste di covoni dopo la mietitura...e una donna china a
spigolare...allora ecco quasi materializzarsi quel brano del Levitico
che dice: "Quando mieterete la messe della vostra terra, non
mieterete fino al margine del campo e non raccoglierai ciò che resta
da spigolare del tuo raccolto; lo lascerai per il povero e per il
forestiero. Io sono il Signore, il vostro Dio".
Hamis,
piccolo pastore della tribù dei Mangati, ci guida lungo sentieri
aridi della foresta. Dopo circa venti minuti di cammino, arriviamo a
casa sua: una piccola e modesta capanna con il tetto di paglia e le
pareti di legna e fango. Attorno alla capanna galline ruspanti, tre
cani e un piccolo gatto che fa capolino dal tetto. A vista d'occhio
solo una natura bellissima e selvaggia, nessun segno di insediamento
umano o di civiltà: i Mangati sono un popolo molto schivo! In quella
piccola capanna, Hamis vive con la sua famiglia: papà, mamma, nonna
e sei tra fratelli e sorelle; l'ultima arrivata si chiama Cristina e
ha solo un mese. Ci sediamo in mezzo a loro...sono poveri, molto
poveri ma di una povertà che nulla ha a che fare con la nostra
povertà. Nei loro occhi, però, non c'è disperazione: vivono felici
di quello che hanno affrontando con serenità, "pole pole"
piano piano, le difficoltà che ogni giorno si presentano. Portiamo
loro in dono caramelle, merendine e una piccola lampada solare: da
questa notte potranno illuminare la loro capanna...ma in fondo, a
loro, non serve neanche questa, perché, a differenza nostra
convivono serenamente anche con il buio assoluto della notte. Noi non
sappiamo fare a meno di nulla...a loro non serve nulla! Tutte le
sere, quando cala il sole, si alza un forte vento freddo che soffia
fino alle 2:00, alle 3:00 di notte. Nella capanna di Hamis ci sarà
freddo, ma forse, il calore degli affetti, vissuti in modo vero,
riesce a riscaldare più di mille coperte o di qualsiasi impianto di
riscaldamento.
A
risentirci al prossimo collegamento!