Diario di viaggio 30 Luglio 2019 - Hakuna Matata

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30 Luglio 2019
DIARIO DI VIAGGIO

Salve Popolo di Hakuna Matata

  
Ci si sveglia all’alba al rintocco della campana! Alle 7 inizia la Celebrazione Eucaristica e così anche la nostra giornata. Ci aspetta una mattinata di lavoro nei nuovi locali della missione a Mapogoro. Nel pomeriggio, invece, viviamo la vita della missione di Kitanewa. Guidati da Baba Dario e spinti dalla nostra curiosità, ci addentriamo nei villaggi e alla scoperta delle meraviglie naturalistiche che la Tanzania custodisce. Lavorare insieme ci fa stare bene e regala tantissimi sorrisi. La gente però che incontriamo nei pomeriggi non finisce di stupirci e interrogarci. La vita qui è dura: preparare una semplice pietanza presume la raccolta della legna e poi l’accensione del fuoco. Ed è solo un esempio.
Attraversando un sentiero arido, dove pare non esserci segno di vita umana, guidati dal piccolo Aiub ci dirigiamo a fare visita alla tribù dei Mangate, famiglie che vivono distanti dai villaggi e a stretto contatto con la natura. Dentro una capanna: un bue, una donna e tre bambini. Ci pare di vedere la Natività. Rimaniamo tutti spiazzati dalle condizioni in cui liberamente scelgono di vivere. Ci rendiamo sempre più conto che dobbiamo sospendere ogni giudizio. In missione iniziamo a chiamarci per nome e sono davvero tanti i volti da ricordare, il clima che si respira è quello di una grande famiglia e a fine serata spesso ci si ritrova in cucina, la parte di una casa che più fa assaporare le relazioni. La cucina della missione è abitata da tutti. Impastando il pane e la pasta frolla ci divertiamo a fare insieme qualche pietanza e a tirar fuori delle confidenza. La parrocchia è il cuore della comunità. Conosciamo così Baba Romanus e il seminarista Paolo e con loro il coro che anima ogni domenica la Celebrazione Eucaristica. Li vediamo provare all’ombra del campanile e rimaniamo colpiti dalla bravura che li caratterizza, dalla loro umiltà e dalla passione che li anima. Le messe domenicali come abbiamo avuto modo di dire sono un tripudio di colori, generosità, gioia e canti. Tutto questo però ci rendiamo conto che fa parte del modo d’essere di questo popolo.  
Il compleanno della piccola Marta ci fa osservare la capacità di questa gente di fare festa, coinvolgersi, rimanere uniti.  
A casa di Fabiano, un dipendente della missione, arriviamo nel pomeriggio. Facciamo un giro a piedi del villaggio di Mapogoro, prima di catapultarci nel vivo di una festa che difficilmente dimenticheremo. Proprio al tramonto, uno di quei tramonti che solo l’Africa ti può regalare, Marta e i suoi amici del villaggio ci aspettano. Tiriamo fuori i palloncini e iniziamo a muoverci con loro tra canti e body percussion. Verso le 19.00 ci invitano a cenare e ci accolgono in casa con quello che hanno preparato e con della musica. Quando sta per arrivare la torta la stanza si riempie di bambini, tantissimi bambini. Iniziano tutti a muoversi, a ballare e ad intonare la canzone di Dogo Silah: Moyo unadunda...ormai anche il tormentone della nostra estate. Si sta stretti e però c’è spazio per tutti così come la torta tagliata in piccoli pezzi è bastata per tutti.  
A risentirci al prossimo collegamento!
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