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9 Agosto 2015
DIARIO DI VIAGGIO
Salve Popolo di Hakuna Matata!
Il vicino asilo del villaggio di Kitanewa ci ha visto all'opera come imbianchini e pittori. Dopo aver dipinto un leone, abbiamo chiesto ad un bambino: "cosa è questo?" Risposta: "un serpente..." Ci siamo quindi resi conto che era meglio buttarci sul sicuro: dipingere lettere e numeri!
La visita agli amici della Missione di Migoli è sempre un piacere. Ormai da Iringa si impiega circa un'ora e mezza, contro le due ore e mezza di qualche anno fa, quando la strada era in terra battuta. L'accoglienza calorosa e gentile di padre Julius Masenye (il parroco di Migoli) e il ritrovare gli amici del villaggio ci ha fatto sentire subito a casa. Prima di arrivare in missione, abbiamo fatto una piccola sosta lungo la strada al villaggio di Izazi, dove ha sede la scuola di cucito sostenuta da Hakuna Matata Onlus: le ragazze ci hanno accolto cantando "karibu wageni wetu mjisikie · nyumbani" ("benvenuti, ospiti nostri sentitevi a casa vostra) e con un ben gradito invito a pranzo per l'indomani. Pranzo a base di riso e fagioli, come di consueto, ma a sorprenderci è stata la location: un tavolo imbandito nel bel mezzo delle savana, con tanto di scimmie che saltavano da un albero all'altro... uno spettacolo assolutamente unico!!
Il villaggio di Migoli ha invece sorpreso i neofiti per la sua allegria e vitalità: anche a tarda sera, era possibile ascoltare il vocio e le risate divertite della gente, che si mescolavano al ragliare di qualche asino ed al canto di qualche gallo un po' confuso sugli orari! Infatti da queste parti, il rapporto con gli animali è molto stretto: camminando per le strade è possibile incontrare asini, galline e persino maiali che scorrazzano liberamente. In particolare, vicino al lago, dove lavorano i pescatori, i maiali rappresentano un valido aiuto per la raccolta differenziata!
Anche a Nyegere, il vicino villaggio masai, gli animali sono letteralmente di casa, visto che condividono quasi tutti gli spazi con i loro padroni. In occasione della nostra visita, James Kidongososi, il padrone di casa, ci ha presentato il suo ultimo capolavoro: l' ottavo figlio, Noeli, che deve il suo nome al giorno della sua nascita, il 24 Dicembre.
Ma le sorprese non finiscono qui: durante quello che sembrava un tranquillissimo pranzo in missione, abbiamo ricevuto la telefonata di un amico che ci avvisava del l'imminente arrivo di un ciclista che si era lanciato in un'impresa a dir poco affascinante: il giro del mondo in bicicletta! Una volta arrivato, il povero ciclista è stato tempestato dalle nostre domande che quasi gli impedivano di rifocillarsi. Abbiamo così scoperto che Alessandro (questo il suo nome) è un coraggioso tecnico in pensione che ha deciso di abbracciare un affascinante progetto ideato e sostenuto dall'associazione Pangea. Il progetto, "Cycling on life's origins", (www.cycligpangea.com) si propone di ripercorrere, attraverso il pedalare di Alessandro, i siti più rilevanti dal punto di vista antropologico e della storia delle migrazioni umane: in particolare, l'obiettivo del coraggioso ciclista e della sua equipe, è quello di attraversare sulle due ruote la linea migratoria ideale dei nostri progenitori, corredando il tutto di interviste alla gente incontrata sul percorso e con fotografie.
La nostra ultima visita, ma non per questo meno importante, è stata a Changarawe, dove ha sede un piccolo ospedale sostenuto da un'associazione governativa e dalla chiesa, gestito dalle Suore Collegine, che ci hanno invitati a cena. L'ospedale è provvisto anche di un importante centro di accoglienza e cura per malati di AIDS.
A risentirci al prossimo collegamento!