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di Padre Vincenzo Algeri
Migoli 5 Ottobre 2007
Sac. Vincenzo Algeri
Carissimi in Cristo,
vi scrivo nei primi giorni di questo mese, nel quale tutti i fedeli cattolici siamo invitati a riflettere e a pregare per l’impegno missionario della Chiesa. Mi scuso con voi, perché non sono riuscito a scrivervi nel mese di settembre, come vi avevo promesso; mi è stato impossibile. Ritengo necessario scrivervi, perché la presenza mia e di P. Salvo Bucolo a Migoli ha senso in quanto espressione di un impegno di collaborazione dei sacerdoti e dei fedeli laici della Chiesa di Catania con la Chiesa di Iringa.
Questi mesi sono stati caratterizzati dalla presenza a Migoli di alcuni di voi: un primo gruppo ad agosto: il papà, lo zio e la cugina di P. Salvo, Nerina Pappalardo, Chiara, Vincenzo Lombardo, segretario del MGM della nostra Diocesi, sua zia Lucia e Giuseppe Corsaro; poi, a settembre: P. Nicola Gullotta, che è stato con noi per quasi un mese, collaborandoci nel ministero (conosce e parla la lingua swahili), i Sigg. Gullotta e Villa, anche se per una breve visita, i novelli sposi Ivano e Simona, che molti di voi certamente conoscono. Per una breve visita sono venuti anche alcuni operatori del CO.P.E. in Tanzania e, guidati da P. Gianni Nobile, un gruppo di giovani bolognesi, in visita ad alcune missioni in Tanzania. Sono state tutte presenze preziose, perché questi fratelli, oltre a darci una mano d’aiuto in alcuni lavori della missione, ci hanno aiutato a sentire la dimensione ecclesiale del nostro impegno missionario.
Il 22 settembre abbiamo vissuto un avvenimento piccolo, ma significativo: un incontro di preghiera interreligioso. P. Salvo e io abbiamo fatto la proposta. Tutto è stato organizzato dai responsabili delle varie fedi e confessioni cristiane presenti a Migoli con il contributo essenziale degli studenti della Nyerere High School. Con questo incontro di preghiera abbiamo voluto rispondere all’invito dell’ONU di pregare per la pace nel mondo il 21 settembre di ogni anno. L’incontro si è svolto nei locali della scuola con il sostegno e la collaborazione del preside e degli insegnanti ed è stato molto partecipato. È stato un piccolo segno di quanto le religioni possono fare per la pace fra popoli diversi per razza, tribù, cultura e fede.
Nella precedente lettera accennavo alla mia intenzione di parlarvi dell'emergenza Istruzione in Tanzania. Forse è più esatto parlare di emergenza educativa. Le cause dell'emergenza sono due. 1) Ci sono molti orfani, per i molti adulti che muoiono a causa dell'AIDS. 2) Il 44% della popolazione della Tanzania è costituito da persone comprese tra 0 e 14 anni. È come dire che su 100 adulti, 44 sono bambini e ragazzi, gli altri 60 sono persone comprese tra i 15 anni e i 75 anni (esattamente: 52 persone tra i 15 e i 65 anni, 4 persone oltre i 65 anni). Questo è un fatto positivo, perché significa un potenziale enorme di risorse umane e di forza-lavoro in un paese ricchissimo di risorse naturali, dove 34.443.603 di abitanti (censimento del 2002) sono distribuiti su un territorio vasto km 945.090, con una densità di 36 abitanti per kmq e un tasso medio di aumento annuo della popolazione del 2,8 %. Da questa situazione consegue che la domanda di formazione supera ampiamente le capacità di risposte adeguate da parte del Governo, sia in termini economici, sia in termini organizzativi. Non è facile per nessun Governo rispondere alla domanda di istruzione che viene da una popolazione costituita per quasi la metà da bambini. In termini pratici ciò significa: insufficiente numero di insegnanti, mancanza di aule scolastiche, presenza di molti orfani dei quali, spesse volte, nessun membro della famiglia può, o vuole, farsi carico. Ovviamente, mancano anche le risorse economiche: il Governo della Tanzania non riesce a disporre delle somme necessarie per rispondere a questi bisogni.
Di fronte a questo problema la Chiesa non è e non può essere indifferente. I Vescovi della Tanzania sono molto attenti e sensibili a questo problema. Le scuole cattoliche sono tante. A Migoli la Chiesa ha concretizzato la sua attenzione al problema dell’educazione fin da quando sono arrivate le Suore Collegine. Sono state loro a organizzare i primi asili (a Mtera e a Migoli), a costruire le prime aule per la Scuola Primaria pubblica (a Migoli) ad aprire una Scuola di taglio e cucito, ad accogliere i bambini orfani, ad impegnarsi, con la visita alle famiglie, a promuovere la condizione della donna e a rendere le famiglie di Migoli più attente all’educazione dei figli.
P. Salvatore Ricceri, il nostro predecessore a Migoli, ha fatto la scelta di convogliare gran parte degli aiuti di voi benefattori nel settore dell’educazione. È stata una scelta strategica, che ha una sua logica precisa: se sosteniamo l’educazione, domani avremo persone in grado di sfruttare le risorse del Paese e di farlo sviluppare. Le risorse umane sono le risorse più importanti di un popolo. Con la formazione e l’istruzione dei bambini, dei ragazzi e giovani di oggi la Tanzania potrà uscire dalla povertà. È significativo che spesso il motto degli istituti scolastici sia: Elimu ni ukombozi (L’istruzione è liberazione). L’impegno della nostra Parrocchia per questo settore si è concretizzato, anzitutto, con l’organizzazione dell’asilo in ogni villaggio della Parrocchia. Quasi in tutti i villaggi è stato costruito anche l’edificio che ospita l’asilo. In due villaggi (Nyegere e Chapuya) gli asili costruiti con l’aiuto di voi benefattori sono stati forzatamente abbandonati, perché gli abitanti hanno ricevuto dalle autorità governative l’ordine perentorio di spostare, per motivi sanitari, la sede dei due villaggi. Dove fare l’asilo? Semplice, gli abitanti hanno provveduto a risolvere il problema costruendo una capanna che viene adibita ad asilo. Il numero complessivo dei bambini dai 4 ai 6 anni che frequentano i nostri asili è di circa 1000 unità. Il nucleo più consistente è quello di Migoli, con circa 350 bambini. A fine novembre, che qui è il mese conclusivo dell’anno scolastico, faremo la festa per il passaggio di circa 300 bambini dei vari villaggi dall’asilo alle elementari. Tenere gli asili non è cosa da poco, lo capite bene. I problemi sono tanti. Il fatto positivo è che ci sono. Ora dobbiamo cercare di migliorare la qualità della formazione dei bambini e, prima ancora, quella del personale addetto alla loro formazione. Già abbiamo fatto due brevi corsi di aggiornamento per le insegnanti, un altro è in programma per i prossimi mesi. Abbiamo l’intenzione di far conseguire il diploma adeguato a quelle insegnanti dei nostri asili che ne sono sprovvisti (e sono parecchi). Ciò comporterà una spesa non indifferente. Riteniamo importante responsabilizzare di più i genitori dei bambini e coinvolgerli nella nostra azione educativa. Inoltre, per seguire meglio le attività degli asili e controllarne più efficacemente la qualità della formazione, abbiamo in programma di costituire, prima dell’inizio del nuovo anno scolastico (gennaio), un comitato di laici del Consiglio Pastorale Parrocchiale, che dovrà occuparsi di tutta la conduzione degli asili della Parrocchia.
Anche le Scuole Primarie (l’equivalente delle nostre Scuole Elementari e Medie), che prevedono un percorso di 7 anni, sono state e continuano ad essere oggetto della nostra attenzione.
P. Ricceri, grazie al vostro sostegno, ha aiutato le autorità scolastiche nella costruzione delle aule scolastiche in diversi villaggi. In diverse occasioni ha sostenuto economicamente alcune attività didattiche (gite scolastiche, spese di vitto e alloggio per i ragazzi nelle settimane di preparazione agli esami, ecc.). Anche noi cerchiamo di essere attenti alle necessità delle Scuole Primarie pubbliche che si trovano nel territorio della nostra Parrocchia. Però, pensiamo che sia opportuno non limitarci a dare degli aiuti economici. Pensiamo sia opportuno dare a ragazzi e insegnanti delle Scuole Primarie la possibilità di uno scambio culturale. Non devono sentirsi solo beneficiari dei nostri aiuti economici, ma è bene che possano fare la loro parte facendo conoscere ai ragazzi e agli insegnanti italiani la loro storia, la loro cultura, le risorse naturali del loro paese. Perciò, proponiamo agli alunni delle Scuole Elementari e Medie di intraprendere rapporti epistolari in lingua inglese con gli alunni delle Scuole Primarie di Migoli, per parlare delle rispettive vicende storiche e politiche, delle problematiche sociali, delle bellezze artistiche e naturali dei rispettivi paesi, e anche per confrontare i due sistemi scolastici, sia dal punto di vista didattico, sia dal punto di vista organizzativo. Invitiamo gli insegnanti a contattarci per intraprendere questi rapporti epistolari. Gli insegnanti di Migoli mi hanno espresso la loro disponibilità. Ogni anno, in Tanzania, a conclusione degli esami di Stato, viene fatta, in base ai voti conseguiti, una graduatoria degli studenti e degli Istituti delle Scuole Secondarie. Lo scorso anno scolastico, la Nyerere High School, che ha sede a Migoli, è risultata al 4° posto nella graduatoria nazionale: una grossa soddisfazione per studenti e insegnanti, che hanno festeggiato, invitando anche noi sacerdoti della Parrocchia.
La Nyerere High School deve tanto alla Parrocchia di Migoli.
P. Ricceri ha intuito la necessità della presenza di una High School a Migoli. C’era già un Istituto di Scuola Secondaria nel territorio Parrocchiale: LADWA, un Istituto, vicino al villaggio di Kinyali, che è gestito dalla Chiesa Luterana e che prevede solo il Primo (4 anni) dei due cicli previsti nel sistema scolastico della Tanzania. Il Secondo ciclo (due anni), che è finalizzato all’accesso all’Università, non c’è in tutti gli Istituti. La Nyerere High School è uno degli Istituti in cui è previsto questo Secondo ciclo. P. Ricceri ha avuto l’idea e, con l’aiuto di voi benefattori, l’ha realizzata edificando 24 aule scolastiche, due dormitori, una grande aula Magna, che serve anche da refettorio, i locali della cucina e della dispensa, una sala attrezzata con i computers, due aule per i laboratori di chimica e fisica, gli ambienti per la direzione scolastica, la segreteria e l’aula dei professori, e n.16 di case per gli insegnanti. Con il consenso del Vescovo di Iringa, l’Istituto è stato donato allo Stato. Il motivo fondamentale di questa donazione è stato quello di garantire un futuro all’Istituto. La Chiesa è venuta incontro allo Stato, approntando una struttura che lo Stato, in questo momento e in questo luogo, non sarebbe stato in grado di costruire, e lo Stato è venuto incontro alla Chiesa, perché si è impegnato a farsi carico della gestione l’Istituto, sotto tutti i punti di vista. Non sarebbe stato per niente facile, per una Parrocchia e per il suo Parroco, gestire un Istituto che prevede la presenza di 1.200 alunni. L’operazione, in effetti, deve essere ancora completata, perché la Parrocchia si è impegnata a costruire altri quattro dormitori (bweni) per gli studenti e qualche altro lavoro per rendere la struttura completa secondo il sistema scolastico della Tanzania. Due dei quattro dormitori sono già stati completati e nei prossimi giorni gli studenti vi potranno alloggiare. Per gli altri due provvederemo nei prossimi mesi ad avviare i lavori. Perché aspettiamo? Perché l’autorità governativa del villaggio di Migoli si è impegnata a partecipare contribuendo con l’offerta dei mattoni necessari…noi stiamo aspettando. Inoltre, ancora sono a carico della Parrocchia gli stipendi di alcuni insegnanti che lo Stato assumerà con regolare contratto nell’arco di alcuni anni. Già nel corso di quest’anno alcuni di questi insegnanti sono stati assunti regolarmente e il loro stipendio non è più a carico della Parrocchia. In Tanzania, per la Scuola primaria non è prevista alcuna forma di tassa scolastica a carico della famiglia, invece, per la Scuola Secondaria è prevista una tassa annuale (260.000 Tsh circa € 150,00) per contribuire alle spese di vitto ed alloggio (gli studenti e i professori devono abitare a scuola), ma risulta essere onerosa per molte famiglie che hanno un reddito molto basso. Per questo abbiamo pensato opportuno istituire il sostegno a distanza anche per questi studenti, che sono la futura classe dirigente della Tanzania. Per questo tipo di sostegno chiediamo agli studenti beneficiari di impegnarsi a corrispondere, in inglese, con il loro benefattore. L’itinerario scolastico completo prevede, per chi intende impegnarsi nello studio e ne ha le capacità, anche l’Università. E qui i problemi diventano enormi perché, proprio dallo scorso anno, lo Stato non è più in grado di farsi carico di sostenere una parte delle tasse scolastiche e delle spese di vitto e alloggio degli studenti più meritevoli iscritti nelle Università statali. Ciò ha significato, per i tanti studenti meritevoli, le cui famiglie sono povere, dover rinunziare agli studi universitari. Perciò abbiamo proposto il sostegno a distanza anche per gli studenti universitari meritevoli. In questo caso ci si deve impegnare per somme sostanziose, dell’ordine di €1000/2000 l’anno circa, dipende dal diverso tipo di Facoltà a cui ci si iscrive. Già alcuni di voi hanno dato la loro disponibilità e, attualmente, sono n.16 gli universitari che posso frequentare l’Università con il vostro aiuto. Ma sono tanti gli studenti universitari che ci chiedono di essere aiutati.
Forse sto abusando della vostra pazienza. Finisco qui la mia lettera. Nella prossima lettera vi elencherò i nostri progetti, per realizzare i quali avremo bisogno del vostro aiuto. Spero di incontrare alcuni di voi durante le cinque settimane di mia permanenza in Sicilia (24 ottobre – 30 novembre p.v.). Pregate per noi! Un cordiale saluto a voi tutti anche da parte di P. Salvo.