Suor Luisa - Hakuna Matata

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Suor Luisa
(05.07.1937 - 30.10.2007)

Dedichiamo questa pagina alla nostra amatissima Suor Luisa. Invitiamo chi l'ha conosciuta a scrivere un pensiero, un ricordo e inviarlo a costadavorio@associazionehakunamatata.org

Suor Luisa di Suor Daniela C.P.
Io il ricordo principale che ho di lei è la formica.
Mi spiego. Una persona che non amava perdere tempo. Mani e cuore erano sempre in azione per aiutare qualcuno, per fare del bene. Era una persona molto generosa e difficilmente diceva un no. Anche quando stava qui, a parte i momenti nei quali andava per i controlli medici, in casa era sempre occupata.
Era una brava sarta e penso che poche suore della mia comunità non hanno un vestito, un velo o altro che non sia passato dalle sue mani.
Ingegnosa, con poche cose sapeva fare molto e questo la rende proprio unica.
Qualche volta era difficile capire la sua sete di aiutare le persone, perchè a volte la carità può portare a degli eccessi evangelici, naturalmente, ma era ammirevole il suo bisogno di servire.
Anche quando sono stata ad Isnello con lei, a volte mi faceva delle proposte di aiuto che proprio non era possibile esaudire: barriere archittetoniche, personale non idoneo alle sue richieste e spesso abbiamo discusso di ciò.
A Isnello c'era una casa-famiglia che ospitava circa 15 bambini e lei mi propose una volta di accogliere un ragazzo drogato e un'altra volta una giovane in carrozzella. Anche secondo le norme pi elementari non si poteva, pena la chiusura della casa. Ma per lei c'era solo la legge di aiutare. Solo che, dati i nostri buoni rapporti, parlavamo da sorelle e cercavamo di spiegarci l'una l'altra il pro ed il contro di alcune cose. E questo facilitava la comprensione reciproca. io capivo profondamente il suo istintivo bisogno di servire ma spesso cozzava contro una realtàche non poteva. Certamente per lei era un dispiacere però era pronta anche a rimettersi e a capire.
Sr Daniela C.P.



Suor Luisa di Peppuccio Pecoraro
Ha gli occhi lucidi mentre mi racconta la storia della sua scelta di essere Suor Luisa Mariela Munoz. Con l'emozione di un passato che senti ancora vivo nel suo commuoversi, ripercorre quei diciotto mesi in cui i Padri Passionisti stessero nel suo paese natio, in Colombia, per condurre una missione evangelizzatrice per i suoi compaesani e per lei. Mariela si innamorò di quei vestiti, di quei cinturoni neri ma soprattutto di quel Dio per cui valeva la pena vendere di nascosto i suoi piccoli averi, di giovane diciottenne, per acquistare il biglietto per la nave che l'avrebbe condotta in Spagna. Tutto senza dire nulla ad alcuno fino a quattro giorni prima della partenza. La comunicazione della sua decisione, come avviene in tutte le famiglie, destò stupore, paura, sensazione di perdita di una figlia. Anche uno dei fratelli incredulo le prospettò un ritorno in Colombia a metà viaggio. Ma questo non avvenne. Neanche quando il Capitano fece chiamare Mariela dai microfoni gracchianti della nave che la stava conducendo lì dove avrebbe continuato gli studi. Impaurita, guardandosi attorno, Mariela si presentò davanti a quell'uomo con l'aspetto burbero e la divisa candida, "Stavi cercando di scappare ma non ti riuscirò. Al prossimo porto ti rimando indietro a Cuba". Il Capitano l'aveva scambiata per una fuggitiva. Mariela mostrò i documenti ma lui li credette falsi. Lei pensò ai ragazzi universitari ai quali si era aggregata sulla nave e disse di essere universitaria anche lei e che con quei ragazzi si stava recando alla proprio ateneo. Solo allora il Capitano, conoscendo gli altri, cedette. Sette anni dopo, Suor Luisa, si specializzò in medicina e chirurgia e le venne concessa una breve vacanza per andare a trovare la sua famiglia in Colombia. Alle 8 di mattina tutti i parenti erano in aeroporto, compresi i nipoti nati in quei sette anni e non ancora conosciuti. Al fratello che le aveva pronosticato il ritorno in tempi brevi bastò uno sguardo per rendersi conto che quella sorella in abito e cinturone di cuoio neri, era pi cocciuta di quel che pensasse. Un buon Whisky mattutino suggellò la vincita della scommessa da parte di Suor Luisa. Nelle giornate di permanenza in famiglia Suor Luisa tornò ad essere la ragazza di sempre. Feste da ballo e galoppate con fratelli e sorelle indossando quei pantaloni che erano rimasti appesi nell'armadio della sua camera. Tanto da destare stupore in sua madre che non riusciva a capacitarsi di una figlia suora che andava a cavallo come un maschio, che aveva voglia di godersi la gioiosa semplicitˆ della vita adolescenziale. "Ma... è una suora!" diceva "... non può...". e il padre, medico pneumologo, con quel senso pratico maturato in anni di esperienza e di viaggi le diceva: "non è mica morta! "è una suora!". Andata a Roma, Suor Luisa completò parte degli studi che poi l'avrebbero portata a specializzarsi in Belgio in quella materia che, conosciuta per la prima volta nei manifesti dell'università, sarebbe diventata la sua missione di vita: "Pediatria dei paesi tropicali". Ricorda ancora suor Luisa la prima esperienza che fece in Brasile. Poi venne il Congo, quindi Gibuti e da qualche anno la Costa d'Avorio.
Peppuccio Pecoraro
Associazione Hakuna Matata Onlus
Via Rosolino Pilo, 147 - 90044 Carini (PA) Italy
Cell. 338 2225367
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